
SMIELATURA DEL “fico”
- Una lectio brevis di sexbotanica come apertura al parallelismo. -2. La forza semantica della sineddoche e la poetica di Petrarca sull‘ineffabile.-3. La rappresentazione iconografica dei “nostri frutti” e il ritorno alla pianta che li produce. -4(termine che nel linguaggio calabrese significa appunto pianta ben radicata: v. Vittorio Sorrenti ,Diizionario della lingua catanzarese, Ed, La Rondine; e ance in vario modo Benedetto Battipede, Dizionario del dialetto di Castrovillari, Ed. Il Coscile) . Essa è parola che indica tutto se accompagnata dal predicato “ ‘na bella troppa di ficu” o per indicare la pianta del fico giovane e cioè “ ‘na ficuzza”, e cioè il fico in crescita.. Ma la pianta in parola non appartiene solo al mondo vegetale, essa è cosa di Dio offerta all’uomo .E noi non smetteremo mai di onorarlo per questo gran dono.E magari fosse per tutti così!: l’uomo invece è perverso Ama le guerre e se ne ricorda delle donne solo in momenti particolari Uno di questi è nel par. che segue.
- segue. Come ad esempio in quello della smielatura quando l’intelletto è andato già in pezzi [sono i “frammenti dell’anima “ delle poesie giovanili del vs Autore a ricordarlo (“ Rammenti Venny la dolce follia che ci invase ecct.: da “… e posarla in frammenti”, ed, ARS, 1948) o i Fagnenta petrarcheschi] e non si rende conto di quel dono E non vuole sapere che quel meraviglio frutto che è l’espressione del suo corpo , appartiene ad una donna che cambierà il mondo da qui a pochi anni: sarà profeticamente nel 2019. Aiutiamola a cambiarlo. Poi capiremmo davvero anche la smielatura.
. Che si osanna solo in momenti particolari come quello della smielatura.
- Il fico, frutto dolcissimo da gustare (parliamo , ovviamente di quello fresco, da luglio ad agosto) in ogni momento e a pranzo con prosciutto crudo, ma soprattutto al mattino a colazione con thè e due fette biscottate, ha una sua pagina di sexbotanica. Che cerchiamo di illustrare alla meglio (Da Inf. Internet)
.Ed infatti c’è un fico maschio (parliamo ora della pianta) che viene chiamato “caprifico” che produce frutti non commestibili e non dolci; epperò produce il polline. Si può forse palare di fico ermafrodito con parti maschili ( torniamo al frutto con produzione, appunto, di polline ) e parti femminili ma sterili. Ma attenzione, qui la parte femmina gioca il suo ruolo importante con l’ausilio (necessario, com’è evidente) di una microvespa ( o piccolo insetto di pochi millimetri come un moscerino) detta “Blastophaga psenes” che vive negli ovari modificati in “galle”. Questa parte femminile è però sterile mentre la parte maschile a causa della “vespa” ( leggi cazzo) svolge la sua funzione maschile producendo il polline che sarà trasportato dalla” vespa” che ha allevato sul fico femmina. Che è il fico (continuiamo per il momento a chiamarlo così) vero. Esso frutto non solo è commestibile ma molto dolce e gustosissimo anche nei semi (botanicamente “acheni” piccolini granellini del frutto) pe le nostre papille linguali. Tanto che c’è da chiedersi come mai l’organo genitale femminile si chiami fica Ed è tutto spiegato pensando che in Calabria il frutto, di cui stiamo parlando, dell’albero del fico si chiama “fica” e non “fico”(come mela per l’albero del melo e così via).
- Ma la ricchezza del termine nel dialetto calabrese (e anche siculo) sta a significare il tutto e da una singola parte si arriva alla concezione della donna, senza la quale parte, LEI non è. E figa diventa sinonimo di donna e gran figa di donna da chiavare. Il sesso prorompe dalla parola e basta nominarla perché nell’uomo-maschio si abbia un sussulto e la parola scompare (non si hanno più parole per dire di Lei figa-donna .E cosi si spiega la nascita anche della parola (ma che dico!)” ineffabile” (dalla radice del verbo greco femì (fa ep er e re): che, cioè, non si può descrivere a parole .Una cosa, sì, una cosa reale ma che le parole non servono più e la filosofia diventa sesso. Così come nel linguaggio la forza semantica della sineddoche fa si che il frutto “fica” diventi il genere che sta per tutti i frutti che solo Lei incarna..
Francesco Petrarca ne era sicuramente consapevole se fonda la sua poetica su cio che non si può esprimere a parole, appunto l’ineffabile. La vista, la sola vista di Laura era per Lui paralizzante. L’impatto è così descritto dal Poeta: “Più volte incominciai a scriver versi/ ma la penna e la mano e l’intelletto/ rimaser vinti nel primier impatto” C’è uno degli studiosi del Petrarca che considera “mirabolanti gli effetti che Laura provoca sull’agens la paralisi della mano e dell’intelletto (così Marco Ariani nel saggio monografico su Francesco Petrarca in AA:VV: Verso l’Umanesimo (p.694), vol. sul Trecento della Storia della letteratura italiana diretta da Enrico Malato, Salerno Editrice edz, per il Corriere della sera, 2016, p.694). E’ oggi ancora l’inefficienza del mezzo tecnico (a quei tempi la scrittura e oggi ancora la stessa sola parola) lamentata dal Petrarca a rendere ciò che resta di ”invisibile” nella donna ancorchè tutta nuda .E tutta fin nel vestibolo vaginale come le Foto documentano.
3.Eppure non on resta che la rappresentazione iconografica di quei frutti dei quali ognuno rappresenta lo stesso genere. Si ritorna così alla pianta e ci sovviene ancora una volta la lingua calabrese: con la troppa (termine che nel linguaggio calabrese significa appunto pianta ben radicata: v. Vittorio Sorrenti ,Diizionario
(termine che nel linguaggio calabrese significa appunto pianta ben radicata: v. Vittorio Sorrenti ,Diizionario della lingua catanzare, Ed, La Rondine; e ance in vario modo Benedetto Battipede, izionario del dialetto di Castrovillar, Ed. Il Coscile) . Essa è parola che indica tutto se accompagnata dal predicato “ ‘na bella troppa di ficu” o per indicare la pianta del fico giovane e cioè “ ‘na ficuzza”, e cioè il fico in crescita.. Ma la pianta in parola non appartiene solo al mondo vegetale, essa è cosa di Dio offerta all’uomo .E noi non smetteremo mai di onorarlo per questo gran dono.
E magari fosse per tutti così!: l’uomo invece è perverso Ama le guerre e se ne ricorda delle donne solo in momenti particolari Uno di questi è nel par. che segue.
- segue. Come ad esempio in quello della smielatura quando l’intelletto è andato già in pezzi [sono i “frammenti dell’anima “ delle poesie giovanili del vs Autore a ricordarlo (“ Rammenti Venny la dolce follia che ci invase ecct.: da “… e posarla in frammenti”, ed, ARS, 1948) o i Fagnenta petrarcheschi] e non si rende conto di quel dono E non vuole sapere che quel meraviglio frutto che è l’espressione del suo corpo , appartiene ad una donna che cambierà il mondo da qui a pochi anni: sarà profeticamente nel 2019. Aiutiamola a cambiarlo. Poi capiremmo davvero anche la smielatura.
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