Il disastro dopo il terremoto
non è agiografia dire bene di questo Santo ricordato non solo per i Natali a Norcia, la bella e gustosa Norcia ante, quando splendeva la sua Cattedrale con la bella facciata la sola rimasta in piedi dopo il disastro.
E le sue belle stradine con tanti “oggetti” mangerecci: era tutta una “norcinerìa” anche con i coglioni del mulo.
E poi, ricordatevi, il breve tragitto da lì a Cascia, altra località dove nell’austerità de palazzi si respira l’aria meravigliosa ed “impossibile” altrove della Santa.
E che c’è di più?
Ci sarebbe da dire tanto attorno alla mobilizzazione della materia! Lo sapevate che a questa santa Rita tutto era possibile? come fa cogliere un fico in pieno inverno o far sparire dalla mia auto oggetti.( Ricordi la vana ricerca ? non c’era più e non si è mai trovata: cosa? non ve lo dico).
Ma torniamo al nostro Santo di Norcia .Che neppure sette (dico sette) giovani donne nude e danzanti per Lui lo distolsero dai suoi propositi di affermare le regole del suo monachesimo. Fu invidia dei suoi confratelli a cercare in tutti i modi di fermarlo e l’allestimento nel chiuso del giardino conventuale di quel ricco spoglairello non potè nulla :.E v.ne la storia rievocata da Indro Montanelli e Robertp Gervaso in “Stori d’Italia, vol. I , Rizzol-Corriere della sera, 2913, p.227).
E ora , pardon! la boutade che non s’addice e chiedo scusa: non è vero che basta un pelo di donna a tirare più di un paio di buoi. Con san Benedetto non ne bastarono tanti di settee donne! Immaginate… un pò, una vera boscaglia da attraversare ginocchioni e con la spada sguainata.