La gioia di vivere e Dio
L

a nostra gioia di vivere è un sentimento personale, spesso solo egoistico, che ha un contenitore da riempiree di quel sentimento, fatto di sensazioni , di convincimenti personali e dei conseguenti modi di viverli. Può esaurirsi in noi e non toccare direttamente gli altri; la vita di ognuno è solo il suo contenitore.
Le vicissitudini della vita stessa (o la vecchiaia semplicemente) ci possono indurre ad evocare quella “gioia” perduta e ad esorcizzarne la rinascita anche per poco. E’ la cieca illusione di ognuno che vive così il suo transito nel tempo.
Perché in un discorso così terreno ho evocato Dio ? La ragione è più semplice di quanto si posa pensare e la esplicitiamo – com ’è solito fare l’umano- attraverso il filtro di concetti che fanno apparire le similitudini e le differenze. E così appare evidente che Dio non vive la “gioia di vivere nostrana” perché non ha una vita da vivere nel tempo.
E allora?
C’è in Lui sicuramente un’altra “gioia”, quella che è sempre presente nelle buone creazioni , e solo per averle compiute: la Genesi ce ne dà piena conferma. Egli è gioioso di compiacersi della sua “creazione”.
Riflessioni queste che fanno di tanto in tanto emergere nell’umano fare quel sentimento che origina dalla ”creazione”, rectius dalle cose fatte dall’uomo, così ad es. la gioia del Maestro che si compiace dell’allievo la cui preparazione ha eguagliato la sua o l’ha superata. Sentimento che è dei genitori che ad es. hanno contribuito alla crescita morale dei figli, E l’esemplificazione potrebbe contnuare.
E queste considerazioni , se lasceranno una traccia di “ulteriore” riflessione nel lettore non avrò che daregistrarne piacere.
A me sono state dettate dalla partecipazione, nella Chiesa della Trinità di Civita in Castrovillari, ai funerali di donna Annina De Gennaro, ved. Ferrari, compendiate dal pensiero che ho lasciato sul Libro delle presenze e che diceva: “Un bacio e che Iddio ti accolga Gioioso “.