SEMIOLOGIA VISIVA E SEMANTICA dell’ESSERE DONNA
Interprete autentico del “segno”, secondo il semiologo, è la “rappresentazione” pittorica , e per noi quindi anche quella fotografica e, anche soprattutto, fotogrammatica -dove la successione delle sequenze è, seppure emblematicamente, rappresentazione del passato molto prossimo e del presente-
Esso segno, infatti. in generale sostituisce “qualcosa di presente a qualcosa di assente ” (v. Louis Marin, La cornice della rappresentazione e alcune sue figure, in Daniela Ferrari e Andrea Pinotti, La cornice-Storie, teorie, testi, johan & Levi Editore, 2018, p.139) anche se nelle sequenze dei fotogrammi. ciò che è diventato assente diventa in rapida successione presente. Questo è il rapido e felice successo di una “operazione mimetica” , come la definisce il Marin, “tra presenza e assenza”. E così Lei, nel nostro caso, non è mai assente.(Implicitamente il rimando a nudi femminili: v. del nostro Dizionario ( Baci eccellenti e super eccellenti in un livre monstre sotto forma di un Dizionario sui generis di Filosofia della sessualità, ed. El-Cap, 2018) le voci: Fotografia,n.830,Fotolemma,n.811.Grammalemma, n.889.
E, poiché siamo in materia di sessualità, la sua Filosofia (v. il nostro “Dizionario di Filosofia della sessualità” sopra menzionato e richiedilo al n. 339. 73 55 644) ci consente legittimamente di usare lo strumento del fotogramma e delle sue sequenze per dare la prova (evidentissima nella ipostasi fotografica) della operazione fantastica, qui accennata, “del presente in luogo dell’assente”(v . Manin alla stessa p. 139).
Fin il percorso logico del semiologo che nella specialistica “semiologia visiva” tenta la conoscenza dell’essere muliebre. Ma per investigare su ciò che, infine, rappresenta la stessa finalità della semiologia-visiva femminile come parte della gnoseologia, e quindi nel caso particolare l’identità di quella donna soccorre in aiuto necessario e simbiotico la semantica.. Trovando. nel caso di specie, tale connubio lo strumento ideale nelle rappresentazioni iconografiche documentate da i fotogrammi in successione.
Sembra, a prima vista, filosoficamente un lasciare la strada maestra degli “universali” per inoltrarsi su un sentiero , quello dei “particolari” , più impervio riproponendo la metafisica disputa avviata in lontana epoca da Boezio.
Le fantasticherie degli antichi romani si inventarono l’accidente dell’evento divinatorio ( i “famosi segni divinatori”, su cui v. diffusamente Maurizio Bettini, Il destino, in Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, vol. 11, p.442 ess. ) per profetizzare sull’identità della persona appena nata; e noi Filosofi della sessualità abbiamo a disposizione moderne tecnologie, quali quelle qui indicate, per conoscere, attraverso gesti e comportamenti (i nostri segni) la personalità di chi specie se inconsapevole di essere ripreso dalla telecamera, esibisce il suo corpo.
Ah! i particolari… anche essi definiscono il tutto: ad es. una caviglia benfatta .E in fondo la ricerca dell’anima di una cosa attraverso il particolare rimanda al tutto. La bellezza apre al RESTO CONCLUDENDO COME IN UNA “CORNICE” LA RAPPRSENTAZIONE dell’ ESSERE DONNA.
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