Il prof. Ezio Capizzano, già ord. della Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Camerino e già Presidente del relativo Consiglio di corso di Laurea.

Un impegno, quello del prof. Capizzano, che non ha pari nella storia della didattica universitaria. Una Università che ha avuto - nel corso della sua gloriosa storia - i migliori giuristi e docenti in tutti i campi, da Arangio Ruiz a Norberto Bobbio, da Allara a Grosso, da Somoncelli a Giacomo Venezian. E, negli ultimi anni, da Giovanni Leone a Luigi La Bruna a Giovanni Verde, a Giulio Illuminati a Pietro Perlingieri, tanto per fare alcuni nomi. A questa gloriosa tradizione si lega l'insegnamento del prof. Capizzano che prende avvio nel lontano anno acc. 1971-72, in qualità di aiuto-assistente alla cattedra di Diritto civile di cui era titolare il Perlingieri, con una fondamentale ricerca, rimasta memorabile per il prosieguo degli studi civilistici e non solo, sui valori della persona umana che venne appunto sviluppata nel corso dell'attività didattica di quell'anno, con seminarì innovativi e la pubblicazione di un ponderoso volume (v. P. Perlingieri, La personalità umana nell'ordinamento giuridico, Camerino-Napoli 1972, seconda e terza parte di Capizzano). Trenta e più anni di ricerca e di didattica che arrivò a coinvolgere, oltre a tanti studiosi e docenti italiani e stranieri (parecchie centinaia), anche personalità del mondo politico e istituzionale, lontani e vicini nel tempo, da Emile Noel ad Antonio Tizzano e Paolo Mengozzi, da Luciano Violante e Ana de Palacio ad Andrea Manzella e Giuseppe Tesauro. Questa complessiva attività si indirizzò anche alla società civile con lezioni sulla legalità del tipo di quelle tenute agli studenti del prof. Capizzano e alla cittadinanza da Antonino Caponnetto

Un impegno, quello del prof. Capizzano, che non ha pari nella storia della didattica universitaria.

Ha servito l'Università anche come consigliere di amministrazione e componente del Senato accademico, in rappresentanza dei colleghi proff. Ordinari, per decenni collaborando, con le altre componenti, di questo massimo organo accademico, alla crescita dell'Ateneo camerte. In qualità, per decenni, di Presidente del Consiglio di Corso di laurea, ha svolto con abnegazione il suo ruolo istituzionale e anche tutoriale ricevendo nei giorni di martedì, mercoledì e giovedì, dalle 11 alle 13 di ogni settimana masse di studenti, sempre disponibile a prodigarmi nel loro interesse alla formazione e alla crescita morale. Tale complessiva attività, rimasta memorabile per l'attiva partecipazione degli studenti e per l'enorme numero di studiosi ed autorità italiane e d'ogni paese d'Europa e di parte del mondo accademico di molti paesi extraeuropei convenuti a Camerino, e con la partecipazione - protrattasi fino all'ultimo seminario del 18 gennaio, seguito dalla tradizionale cena conviviale "Jean Monnet" - delle stesse autorità accadendone di Camerino, in primis il Sig. Rettore. Un modo innovativo ed apprezzato di fare cultura, coinvolgendo in modo amicale il mondo studentesco. E' da ricordare inoltre la ricaduta positiva sulla cittadinanza che una tale complessiva attività aveva e l'attenzione alla stessa portata sia dalla stampa locale compresa la radio locale (Radio CI) sia dalle autorità (dal Sindaco al Vescovo, all'Arma dei carabinieri).

Merita ricordare che l'attribuzione della Cattedra europea al prof. Capizzano costituiva un riconoscimento per l'europeizzazione dell'insegnamento del Diritto agrario avviata sin dal 1987.

Il valore scientifico che il Prof. Capizzano ha promosso, gli ha consentito, per la costanza, e soprattutto per l’amore dimostrato per lo studio, di arrivare, di inalzare, il diritto agrario, la dove più oltre non si poteva andare. Traguardo raggiunto grazie alla totale dedizione per la ricerca che lo portava a levarsi dal letto alle quattro di mattina per rinchiudersi nel proprio studio, fra l’odore e la confusione dei circa suoi settemila libri.

In coerenza con l'amore che ha nutrito verso l'Università di Camerino, quell'Università di cui era fiero e quasi anche (ma forse senza il "quasi") perché in parte una sua creatura, ha sentito il bisogno, già prima che la cronaca locale uscisse allo scoperto, e cioè il 25 gennaio - come è già a vostra conoscenza - di autopunirsi con l'autosospensione. Ciò faceva e lo dichiarava apertamente "nell'esclusivo interesse dell'Università" così come dichiarava - in tale lettera di autosospensione - che "era mio proposito" (e resta ancora oggi tale, come vedremo) "difendere l'immagine dell'Ateneo e della mia persona". Quanti avrebbero fatto ugualmente?


Camerino - Il Palazzo dell'Università