PRECISAZIONI DOVUTE E COERENTI CON LA NOSTRA FILOSOFIIA DELLA SESSULAITÀ

Postato dal prof. Capizzano il 01.12.2012.

Essa filosofia, comìè noto - si ispira al ripetto della donna - fenmminilità e quindi non potrebbe mai legittimare un linguaggio che nel senso comune sia offernsivo . E' questo ad es. il caso della terminilogia adottata: puttana che nel linguaggio comune è offensiva della donna e giuridicamente fa riferimento al meretricio. Ed invece nel nostro linguaggio il termine puttana è l'equivalente di Donna vera. Occorre una spiegazione, e cioè la si rende tale con lezioni ad hoc sul campo. Sul letto o sul sofà del piacere. Mi ricordo di Lei che non aveva mai praticato la fellatio al marito. Divenne l'artista, degna di ogni considerazione, in materia. Ciò si può fare anzitutto con le donne nostrane, che sono quelle con cui te la intendi di più. Sono di faamiglia e tu sei l'"amico di famiglia" e se sono calabresi meglio ancora. Trattasi - tornando al nostro tema della "mia puttana" della donna la cui femminlità è in progress. E la voce "Percezione" del nostro Diz. descrive l'iter conoscitivo di una figura esaltante di donna che dispiega, vincendo riserve e conservando (paradossalmente) la pudicizia nei gesti più sessualmente sfrenati, tutta la sua femminilità. Bisogna che abbia come guida però un Maestro. 


Giove e Giunone di Agostino Carracci (1557-1602).



Chiamatemi pure puttaniere!
La cosa non mi dispiacerà. Non sono il ragazzo in rosa, fragile, però vi prego un giorno di consultare nel ns Dz. la voce "donna vera" oppure che è lo stesso la "mia puttana".

L'AMORE FISICO

... il vero. Soltanto questa specie d'amore non inganna. O c'è o non c'è: tertium non datur. Sorprende il titolo "Amore e altri inganni" dato al loro libro da Josè A. Diez e Andrea Iacona (Indiana Ed., Milano, 2014) quando poi l'amore come "stato disposozionale" è filosoficamnte lumeggiato dagli AA. (p.23 ss.) in questi termini: "Il termine disposizione è usato in filosofia per disegnare una proprietà di un oggetto che dipende da quello che succederebbe in circostanze possibili che includono l'oggetto" (p. 24). Ad es., per noi, il corpo dei partner, uomo e donna a letto o su un prato o sul sofà o in cucina, in auto ecc. in ogni circostanza in cui la disponibilità può farsi concreta: a contrassegnare la sua proprietà che è la realtà (l'"essere" di quell'amore). E la disponibilità totale rende estraneo a questa "specie d'amore" ogni infingimento. Così tanto per fare un esempio simulare l'orgasmo durante il coito da parte della donna non avrebbe senso in tema d' "amore fisico" salvo che non sia voluta tale "simulazione" da entrambi, per così dire concordata. Qui l'inganno non ha motivo di insinuarsi fra le pieghe dei sentimentalisni dell'amore: il piacere fisico ha la "sua" sentimentalità nel corpo. Essendo la corporieità la proprietà fondamentale dell'essere l'amore realtà che si vive attraverso i sensi. E così si è lontani dal "mondo delle illusioni" e dei drammi conseguenti: non è necessario ad es. che l'uno o l'altro dei partner si finga innamorato perchè la disponibilità reciproca può essere creata dalla semplice attrazione. Tra la figura del "don Giovanni" (ben delineato nelle pagine di "Amore e altri inganni" , cit. p.128 ss.) e il nostro meno famoso... uomo dell'"amore - fisico " c'è infatti una differenza fondamentale: il primo ha bisogno per "mietere" di ingannare, l'altro quando trova il partner ad hoc, soltanto di una messe matura che non aspetta altro che d'essere colta; "dimmi che vuoi, vuoi sesso?": così iniziò il rapporto corporeo tra noi e siamo tuttora amici, dimentichi d'essere stati amanti.

Nessun senso di colpa o rimorsi dopo la fine di questo tipo di tapporto. Non c'è bisogno di nessuna redenzione alla "Don Juan Tenorio" dello scrittore spagnolo Josè Zorrilla - 1917-1893 (peronaggio copia di quello mozarthiano del librettista Lorenzo Da Ponte) e ciò soltanto perchè non c'è bisogno di liberare la propria coscienza dai fantasmi dell'inganno o dalle colpe per i tradimenti o altro. La "limpidezza" del rapporto sessuale puramente fisico nel corso del quale non si è perduto nulla in termini di sessualità amorosa e non è costato nulla in termini morali lascia i parter soddisfatti di ciò che hanno fatto e vissuto anche se per breve tempo il rapporto di coppia. E se esposti poi, per vicende esterne e non da loro volute al ludibrio dei mass media, interrogati direbbero: se tornassi indietro farei la stessa cosa.


Part. di Oinochoe di tipo attico proveniente da Locri (Reggio Calabria), ca. 430 a.C. | Altes Museum, Berlino.

PI-GRECO

Il più famoso numero in matematica e si celebra il 14 marzo da quando il fisico Larry Shaw promosse e inaugurò la sua "giornata nel 1988 al Museo della Scienza di S.Francisco”. Come saprete con la matematica non vado d’accordo (essa non è una creazione divina come la donna, ma è creazione dell’uomo con tutto il suo “pi-greco e tra i numeri si salva, come saprete per la nostra “Filosofia della sessualità” il magnifico 69. Non è datato perché nessuno lo ha inventato ma probabilmente esisteva da sempre, da quando uomo e donna furono ed il vs Autore lo celebra non una volta all’anno, ma tante volte e comunque alla bisogna: e tantissime volte nella sua vita e non basterebbero i numeri della mostra al palazzo della esposizione di Roma per contare i “cunnilinguo” con le sue amanti. Detto ciò e tornando al pi-greco c’è però una particolarità che difficilmente i matematici avranno notato e cioè che questo n.ro ha le gambe “slargate” (divaricate) e molto! e ciò è una particolarità che al “puttaniere” non può che interessare (v. la voce “Malformazioni”) come avrebbe interessato al paggio Cherubino del Mozart che ha indosso sempre “una gran cotta (leggi; fregola: n.d.r.) per il genere femminile nel suo complesso, a prescindere dall’aspetto e dall’età “ (così evocato da Leonetta Bentivoglio e Lidia Bramani, nel loro bel libro "E Susanna non vien-Amore e sesso in Mozart”, Feltrinelli, 2014, p.23). Quando si amano tutte le donne, come capita al vs Autore, e al paggio mozartiano, il criterio della scelta è invertito: non l’hai tu, uomo, ma l’ha Lei donna. Evviva!